DUE GENI CEREBRALI

 
a cura di Massimo Ortelli

Scoperto il ruolo chiave giocato da due geni nella formazione della corteccia cerebrale. Lo studio di un gruppo di ricercatori dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Neuroscience.


Un gruppo di ricercatori del San Raffaele, in collaborazione con il Max-Planck Institute of Biophysical Chemistry di Goettingen, sotto la guida di Antonello Mallamaci dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, ha osservato che in animali privati dei geni Emx2 e Pax6 non si mette in moto il programma che porta alla formazione della corteccia cerebrale.

Era già noto che i geni Emx2 e Pax6 controllavano alcuni aspetti dello sviluppo corticale, regolando fra l'altro le corrette proporzioni fra parte anteriore e parte posteriore della corteccia cerebrale. Si dimostra ora che senza questi due geni non ci può essere una corteccia degna di questo nome. Eliminando infatti entrambi questi geni lo sviluppo corticale abortisce completamente e al posto della corteccia cerebrale si forma una "strana struttura" molto simile ai gangli della base.

La corteccia cerebrale ed i gangli della base sono due strutture molto diverse per meccanismo di formazione, morfologia e funzione, e rappresentano insieme il "nocciolo" del cervello. I gangli della base sono coinvolti in funzioni cognitive come l’esecuzione automatica di sequenze complesse di movimenti (e, forse, di pensieri) o l'apprendimento di tali sequenze per consuetudine; la corteccia cerebrale svolge funzioni cognitive elevate, come l'analisi accurata dei messaggi provenienti dai sensi (visivi, uditivi, tattili, termici, dolorifici, gustativi, olfattivi), l'integrazione di tali messaggi, la formazione della scena che si vive e l’immagine del sé, la formazione delle memorie, la pianificazione dei movimenti, l'avvio cosciente dei movimenti.

Quali le possibili prospettive di tale scoperta?

È stato recentemente osservato che da diversi tessuti adulti, nobili e meno nobili, possono essere isolate cellule staminali capaci di autorigenerarsi e di dare luogo ad una varietà di tipi tissutali, fra cui il nervoso, anche diversi da quello dal quale le staminali stesse sono state tratte. Tali scoperte hanno fatto ovviamente balenare la possibilità di riparare danni anche gravi al Sistema Nervoso Centrale, tramite l'autotrapianto di cellule staminali, magari pre-guidate in vitro a differenziarsi in maniera opportuna.

E qui sta il punto: come guidarle a fare proprio quello che a noi interessa?

Se i processi differenziativi descritti dalle staminali adulte ricalcano la falsariga di quelli embrionali, allora la scoperta che Emx2 e Pax6 sono capaci di programmare i neuroblasti telencefalici a generare corteccia potrebbe fornire un prezioso suggerimento sulla sequenza di manipolazioni epigenetiche alle quali sottoporre cellule staminali autologhe, di provenienza non corticale, per riparare danni alla corteccia cerebrale.

Si può quindi supporre che tali geni, come due "maestri" possano "insegnare" alle cellule staminali come crescere e svilupparsi per fare corteccia. È un’ipotesi ottimistica e, se valida, saranno necessari ancora anni di studio per verificarne la fondatezza.