IMMORTALITÀ SEMPRE PIÙ VICINA

 
a cura della redazione GT

L'uomo vivrà fino a 5.000 anni

L'immortalità è ancora lontana, ma in un futuro non troppo distante l'uomo potrebbe fare concorrenza all'eroe McLeod interpretato da Christoper Lambert in “Highlander”: se le previsioni del mondo scientifico verranno confermate, il nostro soggiorno sulla Terra si allungherà oltre i limiti dell'immaginabile, anche fino a 5.000 anni. Non è banale fantascienza, ma la stima di uno dei massimi esperti del Regno Unito in fatto di longevità, il bio-gerontologo Aubray de Grey, dell'Università di Cambridge.

Intervenuto a Londra alla conferenza internazionale contro l'invecchiamento, il professore ha infatti concordato che i grandi passi avanti della scienza potrebbero allungare la vita da un minimo di 130 anni a un massimo di cinque millenni. Tenuto a Kensington, nel centro di Londra, il congresso è stato il primo appuntamento del suo genere, al quale hanno partecipato oltre 350 delegati provenienti da 20 paesi del mondo. Ha dato manforte a de Grey, Robert Goldman, presidente dell'Accademia americana anti-invecchiamento e una delle più importanti figure di questo pionieristico e controverso settore della medicina.

“In futuro - ha dichiarato l'esperto - l'ingegneria genetica, la clonazione e la miniaturizzazione dei farmaci, la pelle sintetica, i muscoli artificiali e perfino l'intelligenza artificiale faranno parte degli strumenti per combattere gli effetti dell'età ed ampliare la durata e la qualità della vita ben oltre i limiti attuali”.

“La medicina anti-invecchiamento - ha proseguito lo scienziato - non è una pillola magica, una pozione o un rimedio di breve termine, ma rappresenta un approccio scientifico dettagliato”. La pelle sintetica ed i muscoli e l'intelligenza artificiali, ha sottolineato, “sono evoluzioni altamente tecnologiche che già adesso aiutano a migliorare la qualità della vita”. Da parte sua, de Grey si è detto deciso a proseguire la ricerca in questo campo.

“Molti dei presenti - ha detto - sono medici e sono interessati nelle cose che si possono già fare. A me, invece, interessano le cose che non si possono ancora fare”. Intanto, il dottor Keith Grimaldi della società di ricerche mediche inglese Sciona, ha messo a punto un nuovo tipo di dieta che potrebbe aiutare milioni di persone a vivere più a lungo. Battezzata “Nutrigenomic”, questa dieta si basa sullo studio del Dna dell'individuo per stabilire quali sono gli alimenti più adatti al suo organismo. Grimaldi l'ha già sperimentata su se stesso.

“I risultati del test del mio Dna - ha aggiunto il professore - hanno indicato che ho ereditato un alto rischio di infarto, ictus e trombosi venosa profonda. Io ho un cognome italiano e il 50% degli italiani, come circa il 5-10% dei britannici, ha il gene che li rende ad alto rischio. Per ridurre quel rischio, io devo mangiare alimenti ad alto contenuto di acido folico e vitamine B6 e B12, come spinaci, fegato e cereali”.