Di Antonio Marcianò, CHI E' COSTUI?

 

Primi anni ’50 del XX secolo, Ashtar Sheran,comandante della Flotta spaziale interplanetaria, entra per la prima volta in contatto con i Terrestri, mediante George Van Tessel. Van Tessel, insieme con altri sensitivi, afferma addirittura di aver viaggiato su una delle astronavi che orbitano attorno alla Terra. Dalla metà circa del XX secolo, Ashtar, si rivolge agli “uomini di buona volontà” per ammonirli contro i pericoli di autodistruzione in cui potrà incorrere il nostro pianeta, qualora i suoi abitanti perseverino in una condotta irresponsabile. L’extraterrestre trova numerosi ed entusiasti seguaci nei decenni ’50 e ’60, tra gli esponenti del Centro della pace con sede a Berlino, fra cui l’editore Herbert Victor Speer. Speer pubblica i messaggi inviati all’umanità: tali testi sono considerati fra i più emblematici e pregnanti del contattismo.  Per i discepoli di Ashtar Sheran, egli è soprattutto un Maestro di verità: il suo compito è quello di combattere gli errori e le menzogne affinché trionfino l’amore, l’armonia, la fraternità.

Egli reputa che i suoi sublimi insegnamenti non possano essere imposti: gli uomini, risvegliando la loro coscienza sopita, devono dimostrare concretamente di anteporre il bene al male, per meritare di essere ammessi nella Fratellanza cosmica, una sorta di federazione intergalattica cui aderiscono le civiltà evolute dell’universo. Solo allora gli esseri umani potranno attingere ad un patrimonio di conoscenze utili non soltanto per un progresso scientifico e tecnologico, ma specialmente efficaci per un’evoluzione spirituale. È tuttavia necessario che gli abitanti di Gaia abbandonino falsi ideali e disvalori e dirigano la loro volontà alla costruzione di un mondo rinnovato, nel segno della pace e della concordia. È evidente sia dal tenore degli ammaestramenti sia dalla fisionomia che Ashtar Sheran appartiene ai cosiddetti Beta.

Secondo la classificazione di Brad Steiger, i Beta sono gli alieni benevoli e saggi che affollano i resoconti ed i libri dei contattisti. Essi sono spesso identificati con esseri angelici giunti sulla Terra e descritti come figure dai tratti inconfondibili: sono alti, slanciati, il loro viso dall’espressione serena, è incorniciato da capelli biondi ricadenti sugli omeri. Gli occhi azzurri, le sopracciglia lunghe ed arcuate, i lineamenti fini, la pelle glabra conferiscono a questi alieni un sembiante che ispira istintivamente fiducia, nonostante qualche tratto un po’ gelido. La somiglianza fisionomica con le popolazioni dell’Europa settentrionale è all’origine di un’altra denominazione dei Beta assai diffusa nella letteratura ufologica, quella di Nordici. Eppure un quadro così idilliaco sembra essere incrinato, contraddetto da un particolare… il nome, Ashtar Sheran. Che cosa si cela dietro queste sillabe fluenti, eufoniche, melodiose grazie alle sibilanti ed alle vocali aperte? È possibile, ammesso che Ashtar sia veramente un ufonauta e non il frutto di allucinazioni di pseudo-medium, se non l’invenzione di qualche ciarlatano, uso a spillare quattrini ad un pubblico di ingenui lettori, che il Comandante della Flotta interplanetaria nasconda intenzioni malvagie? Si può escludere che egli menta per scopi non facilmente immaginabili ma deplorevoli?

In tale caso, attraverso un’accurata interpretazione del suo nome e della sua storia, è possibile scoprire qualcosa dei veri intenti o della natura di questa entità? A quali conclusioni può condurre un’indagine siffatta? È stato notato che il nome Ashtar Sheran ricorda quello di Astarotte, uno dei demoni della cultura ebraica che, secondo una tradizione non canonica, spinse Caino ad uccidere il fratello Abele. Astarotte o, meglio, Ashtoreth è un nome formato inserendo delle lettere in modo da ottenere il significato di “qualcosa di vergognoso”. In origine Ashtoreth era una dea, trasformata dagli Ebrei in un demone terrifico e ripugnante. La Bibbia fa riferimento a questa divinità in alcuni libri “storici”: essa fu adorata dal re Salomone (990- 922 a.C) e dagli Israeliti idolatri. Il monarca famoso per la sua saggezza “venerava Astarte, dea dei Sidonii,” mentre fu il pio Giosia, (640-609 a.C) sovrano di Giuda, che, rinnovando il patto d’alleanza con Dio, fece “gettare fuori del Tempio del Signore tutti gli oggetti che servivano al culto di Baal, di Ascera e degli astri del cielo. … Fece portare fuori di Gerusalemme il palo della dea Ascera, lo bruciò nella valle di Cedron e lo ridusse in cenere, che poi fu gettato nel cimitero della gente comune.

Demolì la casa di prostituzione attigua al Tempio del Signore, dove le donne tessevano tuniche per Ascera. … Fece a pezzi i cippi, abbatté i tronchi rappresentanti Ascera e riempì quei luoghi di ossa umane.” Astarte è una versione cananea di Ishtar, divinità babilonese associata al pianeta Venere, a sua volta metamorfosi della sumerica Inanna. Come stella del mattino, Astarte era circonfusa di fiamme, armata di spada e di due turcassi pieni di frecce mortali. Ella guizzava come una rondine sui campi di battaglia. Come stella della sera, dea dell’eros, Astarte s’inoltrava nel mondo sotterraneo per reclamare un amante perduto.a.C) e dagli Israeliti idolatri. Il monarca famoso per la sua saggezza “venerava Astarte, dea dei Sidonii,” mentre fu il pio Giosia, (640-609 a.C) sovrano di Giuda, che, rinnovando il patto d’alleanza con Dio, fece “gettare fuori del Tempio del Signore tutti gli oggetti che servivano al culto di Baal, di Ascera e degli astri del cielo. … Fece portare fuori di Gerusalemme il palo della dea Ascera, lo bruciò nella valle di Cedron e lo ridusse in cenere, che poi fu gettato nel cimitero della gente comune. Demolì la casa di prostituzione attigua al Tempio del Signore, dove le donne tessevano tuniche per Ascera. … Fece a pezzi i cippi, abbatté i tronchi rappresentanti Ascera e riempì quei luoghi di ossa umane.” Astarte è una versione cananea di Ishtar, divinità babilonese associata al pianeta Venere, a sua volta metamorfosi della sumerica Inanna.

Come stella del mattino, Astarte era circonfusa di fiamme, armata di spada e di due turcassi pieni di frecce mortali. Ella guizzava come una rondine sui campi di battaglia. Come stella della sera, dea dell’eros, Astarte s’inoltrava nel mondo sotterraneo per reclamare un amante perduto. I suoi colori erano il bianco ed il rosso: in suo onore sull’acacia sbocciavano fiori vermigli e per questo l’acacia divenne il suo simbolo. Le erano sacri anche i cipressi, gli stalloni, i primogeniti, le primizie e le offerte incruente. In alcune raffigurazioni Astarte è ritta sulla schiena di una leonessa, regge in una mano un fiore di loto e uno specchio, mentre nell’altra tiene due serpenti. In altri casi è rappresentata con il capo di leonessa, per denotare la sua indole fiera e lasciva. Questa digressione su Astarotte-Astarte-Ascera induce a porsi alcuni interrogativi: Ashtar Sheran si manifestò con un nome che assomiglia molto a quello dell’antica divinità sumero-semita. Ciò come si può spiegare? I contattisti che inventarono tale figura di extraterrestre dalle fattezze caucasiche, avendo letto la Bibbia, impiegarono un nome esotico ed antico, tratto dal testo sacro per eccellenza, col fine di conferire al Comandante della Flotta spaziale intergalattica un fascino arcano e magnetico?

Nel caso in cui Ashtar Sheran sia, invece, veramente chi dice di essere, il suo nome attesta una presenza nell’antichità di visitatori che, scambiati per dèi, determinarono riti e credenze religiose? È plausibile che tali ufonauti intervennero nel passato e continuino ad intervenire in modo più o meno discreto, per istruire o manipolare l’umanità? L’attuale Ashtar Sheran ha qualche attinenza con l’essere conosciuto come Astarte-Astarotte nell’antichità? Appartiene alla stessa civiltà galattica, di cui è un discendente, inoltre si è palesato con un nome che contraddistingue gli araldi di tale razza? Appare strano, però, che un alieno, per quanto efebico, sia all’origine di un culto di una divinità femminile che, per di più, assomma in sé tutte le caratteristiche tipicamente muliebri della dea madre. Si potrebbe ipotizzare che il “fratello dello spazio” si sia palesato con un nome volutamente evocativo di una tradizione medio orientale? È una coincidenza se sia Adamski sia Meier affermarono di aver incontrato degli extraterrestri i cui nomi si collegano ad un retaggio ebraico, anche se non canonico e certamente ignorato dai comuni cristiani, generalmente non ferrati in studi teologici, in angelologia e demonologia? Il contattista svizzero conosceva il libro in cui è citato Semeyaza (per Meier Semjase), capo degli angeli detti Vigilanti? Tra l’altro - situazione uguale ed opposta a quella di Astarte-Ashtar Sheran - il virile principe dei malachim diventa una bellissima, affascinante pleiadiana.

Adamski, che interagì col venusiano Orthon, aveva letto il Vangelo apocrifo di Bartolomeo ove è menzionato Oertha? Si tratta, infine, di semplici combinazioni? Non bisogna poi dimenticare che tutt’e tre questi “amici delle stelle” hanno i nomi di entità dai tratti non sempre angelici: Astarotte è un demone, anche se in principio non lo era; Semeyaza è un ben elohim, un figlio degli dèi, che insegnò alle donne terrestri pratiche magiche. Egli, insieme con i suoi angeli, unitosi alle figlie degli uomini che generarono dei giganti, è condannato da Dio ad essere precipitato nell’inferno, giacché ha corrotto il genere umano. Oertha è uno spirito del vento e brandisce una teda. Insomma, sono figure, per certi versi, non molto rassicuranti. A questo proposito, però, non bisogna dimenticare la tendenza, tipicamente ebraica, alla demonizzazione delle manifestazioni culturali e religiose straniere. In parecchie comunicazioni, Ashtar afferma di essere l’arcangelo Michele, “il riflesso di Dio”, la creatura che combatte il male, protegge gli uomini e la Terra. Nell’iconografia Michele è rappresentato con una veste splendente bianco-dorata, mentre calpesta un drago.

Questa raffigurazione potrebbe adombrare simbolicamente la guerra tra differenti razze aliene, un conflitto di cui si possono scorgere indizi nei miti e nelle opere artistiche di numerosi popoli e che oppose una specie “ariana” (la tunica lucente) ad una rettiliana (il drago). In qualche caso il nome Ashtar è fatto derivare dalla lingua adamitica con il significato di “pastore”; per altri sarebbe collegato al vocabolo astrum, “stella”. Sheran sarebbe stato aggiunto da Van Tessel. È evidente che è difficile stabilire se Ashtar sia “un angelo in astronave” o un alieno ostile sotto mentite spoglie, una sorta di falso profeta. La sua natura ambivalente, prima femminile, poi maschile, si potrebbe correlare ad una caratteristica di alcuni extraterrestri, ossia la sessualità incerta o l’androginia, da intendersi come condizione spirituale più che biologica, una condizione tipica di creature evolute. Un ricercatore come D. Icke è piuttosto scettico sui buoni proponimenti del Comandante della flotta spaziale; addirittura, secondo S. Campbell, i diavoli al servizio di Lucifero si mostrano oggi come visitatori cosmici: l’apparizione degli u.f.o. nei nostri cieli significa che Satana sta intensificando la sua nefanda azione contro il bene. Altri studiosi, invece, reputano che i Beta siano messaggeri veridici, interessati ad aiutare la specie umana in una fase storica difficile, critica, irta di pericoli per il pianeta e per tutti i suoi abitanti.

Tuttavia Ashtar, come gli altri visitatori amichevoli, sembra abbia deciso di non intervenire direttamente nelle vicende sociali, economiche, politiche della Terra, poiché preferisce muoversi in modo defilato e prudente, spronando le persone a prendere consapevolezza dei pericoli che incombono su loro e sul pianeta, affinché gli uomini imprimano al loro destino una direzione, nel segno di un cambiamento interiore. A questo protocollo, che contempla una serie di messaggi destinati più alla gente comune che ai governi, con lo scopo di stimolare una trasformazione etica , sempre evitando un’interferenza, paiono adeguarsi le civiltà extraterrestri più progredite. In ogni caso, credo si possa nutrire una pur cauta fiducia in visitatori come Ashtar Sheran: infatti egli non solo divulga, con i suoi messaggi, insegnamenti di notevole valore, ma anche denuncia le insidie del governo occulto. Se le sue intenzioni fossero ostili, tacerebbe sui piani della sinarchia o, per lo meno, tenterebbe di ridimensionarli, così come fanno tutti coloro che non hanno la coscienza netta.