Dialogo del 24.10.2004

 

La fioca luce
illumina il foglio bianco.
Ti guardo,
di fronte a me tu sei
dolce e soave
ardito e sincero.
“Scrivi o mia dolce colomba”
“Ok.”
E tu detti:
“La razza degli uomini
si disintegra da sola!
L’amaro pianto sgorga da cuore in cuore,
l’incauto serpente vuole restare padrone della vostra casa,
ammuffite le vostre pareti esalano odore di stantio.
Si, la parola mia è per sempre,
ma ad ogni era una canzone,
ecco l’era è cambiata e così la mia canzone.
Scrivo nel mondo
per mezzo dei miei Angeli
figli novelli dal cuore ardito.
Loro prenderanno possesso della Terra,
al posto vostro vivranno
la pace e la bellezza
che voi degenerati
rifiutate.
L’anima vostra,
di chi non vuol vedere
di chi non vuol sentire
di chi non vuol dare
di chi non vuol amare
resterà ancora pellegrina
nell’universo.”

“Signore mio che dici… tu mi spaventi!”
“ No…cuore mio…mia donna …
bella regina prendi fiato e non tremare.
Io provo di tutto,
ma chi crede di gestire la mia parola
lo fa senza amore
lo fa per rimembranze sue
per suo tornaconto
per gloria e per vanto.”
“Signore, ma ci sarà qualcuno
che parla con cuore sincero?”

 “Si, per fortuna…
ma sono pochi coloro che come fonti fresche
dissetano il viandante.
Son pozze avvelenate di acqua ristagnante.
Ripulirò il mio giardino da tutto ciò.
Già ho cominciato lo sai?
Oh mio vergineo amore.”

“Piego il capo di fronte al suo volere,
gli occhi suoi, bagnati di triste pianto
brillano più delle stelle nel cielo.
Calore, di un Dio non riconosciuto,
sfruttato,
non amato.
Il suo non è sconforto,
il suo è diniego
verso quel popolo terrestre
che non vuole entrare nella greppia del Re.
Sorrido…
Dopo tutto è Lui la Vita vera…per me!”

“ALBA GIORDANA”