Dialogo con il Signore
del 10.10.2004

 

Trema la mano
e la mente si inchioda
non ha parole per esprimere
l’amaro danno.
Il tradimento incalza ancora,
dove sono i tuoi Giuda?
I miei mi sono accanto,
hanno bevuto latte dal mio seno
e mangiato miele dalle mie labbra,
hanno ascoltato la parola del Signore,
ma nel loro cuore non è penetrata,
hanno mangiato il pane della vita
e bevuto l’acqua della Sacra Fonte,
ma a nulla è servito.
Il cuore rivolto all’Incantatore
ha permesso al vecchio serpente
di entrare in casa loro.
Si sono venduti, prostituiti,
di lui si sono rivestiti.

Ride colui che è l’ingannatore
mentre banchetta con la loro codardia.
Ho visto il volto del mio Signore
riflesso dentro di me,
Egli mi sorrideva, avvolto di luce sfavillante,
il mondo nelle Mie mani Lui ha posto
ed io, incredula, l’ho tenuto stretto.
Carnefici dalla lingua sobillatrice
credono di vincere il bene.
No!
Il bene appartiene ad ognuno di noi.
Dio ci ha dato gli occhi
per guardare anche nell’invisibile
e due mani per fare cose grandi e piccole;
ma perché la parola mendace
bloccata sulla bocca oscena
non trafigge lo stolto?

“Oh, Allodoletta mia,
non ti accorgi dunque mai
dei lupi travestiti da agnelli?”
“Mio Signore, faccio fatica,
ancora voglio vedere il bene dove non esiste,
ancora voglio plasmare il cuore senza amore.”

“Ma non ti accorgi, anima mia,
del truce sguardo, del cinico pensiero,
dal lubrido aspetto?”

“Voglio coprir di fiori e di profumo
di zucchero vanigliato
le gote spente
di chi non ha Luce.
Ma tu ragione hai sempre,
tu sei un guerriero e conosci il folle,
conosci il Male, conosci il delitto.”

“L’ultimo pesce è pescato,
caduto nella sua trappola mendace,
come mosca nella tela del ragno,
come verme appeso al mio amo.
Io, Pescatore d’Anime,
ributto al mare ciò che non è mio!”

 

ALBA E MICHELE