Poema

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05.11.2004

1° parte

Esseri duri,
che non sanno dire ti amo
di fronte allo specchio di se stessi,
sentimenti troncati,
ciniche bocche affamate,
muto orgoglio nascosto…
anche loro si stendono al caldo sole d’Oriente.
Cercano cibo
in luoghi desolati
di squallidi sorrisi,
puntano il dito
contro chi ama con cuore,
ridono di ogni cosa
beffandosi del cieco e del sordo.
Sordide brame
di ricchezza e potere
empiono i loro visi orrendi,
maschere
che vagano qua e là.

2° parte

Il velo si scosta
e un raggio di sole
illumina i cuori
dei sofferti.
Loro amano,
sanno amare,
ma la dura realtà
li tiene incatenati,
essi non sanno esprimersi…
Passa l’Amore sui loro piedi
ma non vogliono afferrarlo,
perché ?
Di cosa hai paura…
Temi di non poter più andare avanti ?
Il tuo cammino
è così amaro
da rendere sterile e sola
la tua essenza ?
Il tuo occhio
non può rimirare
le belle forme armoniche
dell’Amore che passa al tuo fianco ?
Oh, cuore ardente !
Lascia sciogliere la neve
del tuo inverno,
afferra quel sole
e con esso illumina la tua vita,
essa è veloce
e non dà speranze,
chi perde
paga caro
l’amaro scotto!

3° parte

Leggiadra
leggera
soave e tintinnante
la sua voce,
la sua essenza,
impavida, guarda dritto negli occhi dei ciechi,
urla il suo amore
all’orecchio dei sordi.
Valanga di sentimenti
precipita dall’alto picco,
scende a valle
come acqua cristallina,
bagna le rive assetate
inonda d’amore le deserte lande.
Chi vuol bere al mio ruscello ?
Fatevi avanti
voi, prodi viandanti,
coglietemi
amanti della natura.
Fai di me
la tua corona di gloria
o prode, senza macchia e senza paura.
E tu, tiepido fuoco,
accenditi
alle mie ardite carezze,
lascia il tuo cuore libero dalle catene
e permettigli di battere
all’unisono con il Regno delle Fate.
Io sono Fata Cuore,
sono il Cavaliere dalla Spada Lucente.

4° parte

Nella pozza silvana
il cervo si abbevera
guardingo
il suo occhio spazia,
annusa l’aria
in cerca di serenità,
vive nel bosco
e si spinge oltre i limiti della radura,
elegante ed agile
salta fra i fossi e le sterpaglie
bruca l’erbetta tenera
ed i germogli dei cespugli.
Il cacciatore lo insegue
punta e spara
Pum…
Un solo colpo
e il cervo muore.
I suoi occhi lucenti
non vedono più nulla,
il cacciatore ride,
forte della sua abilità.
Pazzo…
ma non vedi
che hai ucciso te stesso ?
Lì è la tua anima
stroncata
dalla falsa verità,
dalla falsa boria,
dalla tua voracità.
Hai chiuso la porta
del caldo sole,e dell’Amore…

“ALBA GIORDANA”

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